Giuseppe BIANCHI sport
Questo è il primo esperimento..... Era un pezzetto che sentivo parlare di bici a scatto fisso, single speed e compagnia, e dopo aver passato ore in adorazione delle foto sui siti dedicati (spettacolare quello di Biascagne) mi sono imbattuto in questa bellezza ed è scattata l'idea: e se provassi anche io?
Non vi dico gli sguardi di compassione mista a ribrezzo di chi ha visto questa perla, ma per me era bellissima. Non è piaciuta solo a me: attaccata alla ruota posteriore c'era un'altra estimatrice, che è stata immediatamente adottata e messa al riparo dai rigori dell'inverno imminente.
Recuperati un po' di attrezzi mi sono messo all'opera, e con un po' di pazienza e tanto sbloccante sono riuscito a smontare tutto senza rompere nulla.
Non vi dico gli sguardi di compassione mista a ribrezzo di chi ha visto questa perla, ma per me era bellissima. Non è piaciuta solo a me: attaccata alla ruota posteriore c'era un'altra estimatrice, che è stata immediatamente adottata e messa al riparo dai rigori dell'inverno imminente.
Recuperati un po' di attrezzi mi sono messo all'opera, e con un po' di pazienza e tanto sbloccante sono riuscito a smontare tutto senza rompere nulla.
A questo punto ho cercato di salvare il salvabile. Parafanghi e paracatena non erano recuperabili ma non mi interessavano per quello che avevo in mente, il manubrio era vistosamente corroso e la sella rotta e rugginosa. In un primo tempo ho provato a recuperare la ruota posteriore smontando tutto, pulendo e verniciando i raggi uno ad uno e spazzolando il cerchione, ma i risultati ottenuti si sono dimostrati molto poco duraturi e la ruggine è rifiorita nel giro di qualche giorno. Ho quindi deciso di ricomprare tutto. Il mozzo posteriore invece, immerso in un barattolo di petrolio per qualche giorno e passato con la lana d'acciaio è tornato come nuovo ed è stato riciclato per assemblare un paio di ruote nuove da destinare ai recuperi futuri. Degna di nota la foratura asolata dal lato pignone che permette di sostituire eventuali raggi rotti senza smontare il pignone medesimo.
Il telaio l'ho spazzolato fino al ferro con una potentissima spazzola d'acciaio a fili intrecciati attaccata al flessibile, dopo aver capito che oltre agli occhiali e ai guanti era necessario un doppio strato di vestiti per evitare di trovarsi piantati nella ciccia i fili sparati via dalla forza centrifuga. Una mano di antiruggine a bomboletta, due di colore verde/argento e una di trasparente et voilà, il cuore della bici ha cambiato aspetto. Una considerazione: purtroppo la sistemazione logistica non mi consente alternative più professionali, quindi utilizzo le bombolette per la verniciatura. Ho sperimentato diverse marche, da quelle supereconomiche a quelle un po' più costose, e devo dire che, fatta un po' di mano, i risultati non sono poi male, soprattutto se si rifinisce il tutto con un trasparente di discreta qualità. Quello che è a dir poco imbarazzante è invece la resistenza agli urti: svernici, smerigli, sgrassi, dai l'antiruggine, le due mani di vernice e il trasparente tutto scrupolosamente come da manuale e poi ti scappa una chiave mentre stringi il dado del freno e tac ecco il danno.... Una verniciatura bicomponente dal carrozziere però si mangerebbe da sola tutto il budget di un restauro e poi vuoi mettere la soddisfazione di verniciarsi un telaio da soli (almeno quando viene bene...). Chiaramente, in pieno accordo con la legge di Murphy, più la verniciatura viene bene più il telaio diventa una sorta di magnete per oggetti pesanti e atti a danneggiarlo.
La guarnitura è stata recuperata eliminando la ruggine con l'aiuto dell'elettrolisi, dopo aver spulciato un sacco di siti internet. Un alimentatore da 12 V 8 A, una bacinella e un po' di bicarbonato di soda ( la soda caustica l'ho lasciata agli altri...) ed ecco pedivella e guarnitura riportate agli antichi splendori. Ovviamente la ruggine ritorna ed ogni tanto (ma di rado) una ripassata con la lana d'acciaio è necessaria, ma ci si può accontentare. Lo stesso trattamento è stato applicato ad un manubrio "condorino" che avevo in casa da tempo immemorabile e che ha sostituito l'originale irrecuperabile. Per il movimento centrale Gnutti e la serie sterzo originale G. Bianchi è bastata una passata con petrolio e lana d'acciaio, oltre ovviamente le sfere nuove. Stesso trattamento lo ha ricevuto il collarino sella. Successivamente ho sperimentato con successo il WD 40, che puzza molto meno del petrolio e funziona altrettanto bene. Una lucidata con la pasta abrasiva, una lubrificata e una serie di pattini nuovi hanno rimesso in forma i freni originali Super Rapid 00. Purtroppo dopo qualche discesa dal Poggio Imperiale (chi è fiorentino lo sa) ho notato con preoccupazione che i braccetti si stavano piegando ed ho quindi deciso di sostituirli con componenti nuovi: con la sicurezza è meglio non scherzare.
Infine le ruote: all'inizio ho messo insieme due ruote da 26 in acciaio con copertoni 650x32, misura originale, comprando cerchi e raggi separatamente e montando un mozzo posteriore SRAM con cambio automatico a 2 velocità trovato su internet. Voi sapevate che costa di più comprare cerchi e raggi ed assemblarsi una ruota in casa che comprarla già pronta? Io l'ho scoperto dopo essere impazzito non poco per calcolare la lunghezza dei raggi e capire come incrociarli e centrare la ruota, ma devo dire che montarsi le ruote da soli è una bella soddisfazione. Per la cronaca, avevo raggiato radialmente la ruota anteriore e in quarta la posteriore.
Successivamente ho scoperto che il telaio permetteva il montaggio di ruote da corsa da 28'' con freni più corti e quindi ho acquistato due bellissimi cerchi NISI anni 70 completi di tubolari, che ho modificato sostituendo la cassetta a 5 rapporti con una ruota libera singola. Il mozzo SRAM, divertentissimo ma troppo moderno per la bici, l'ho passato ad un'altra realizzazione a cui vi rimando per le "impressioni di guida".
Infine le ruote: all'inizio ho messo insieme due ruote da 26 in acciaio con copertoni 650x32, misura originale, comprando cerchi e raggi separatamente e montando un mozzo posteriore SRAM con cambio automatico a 2 velocità trovato su internet. Voi sapevate che costa di più comprare cerchi e raggi ed assemblarsi una ruota in casa che comprarla già pronta? Io l'ho scoperto dopo essere impazzito non poco per calcolare la lunghezza dei raggi e capire come incrociarli e centrare la ruota, ma devo dire che montarsi le ruote da soli è una bella soddisfazione. Per la cronaca, avevo raggiato radialmente la ruota anteriore e in quarta la posteriore.
Successivamente ho scoperto che il telaio permetteva il montaggio di ruote da corsa da 28'' con freni più corti e quindi ho acquistato due bellissimi cerchi NISI anni 70 completi di tubolari, che ho modificato sostituendo la cassetta a 5 rapporti con una ruota libera singola. Il mozzo SRAM, divertentissimo ma troppo moderno per la bici, l'ho passato ad un'altra realizzazione a cui vi rimando per le "impressioni di guida".
Finalmente la parte che ha fatto girare l'economia... l'acquisto dei pezzi nuovi. Tra negozi ed Internet, ho acquistato i pezzi seguenti:
catena verde € 13.50, pedali alluminio da corsa € 14.00, freni da corsa € 12.00, guaina freni verde € 3.00, tubo sella in alluminio € 15.00, manopole € 3.50, sella trapuntata € 23.50, borsello sottosella € 10.00, oltre ovviamente ai cerchi Nisi completi di tubolari € 40.00. Il risultato finale è questo, spero piaccia anche a voi. Sullo sfondo ci sono le altre mie "bambine".
catena verde € 13.50, pedali alluminio da corsa € 14.00, freni da corsa € 12.00, guaina freni verde € 3.00, tubo sella in alluminio € 15.00, manopole € 3.50, sella trapuntata € 23.50, borsello sottosella € 10.00, oltre ovviamente ai cerchi Nisi completi di tubolari € 40.00. Il risultato finale è questo, spero piaccia anche a voi. Sullo sfondo ci sono le altre mie "bambine".
Commenti
19/05/2022
Grazie davvero Andre@!
Fa piacere conoscere altri appassionati di rottami.
In bocca al lupo per i tuoi restauri
Saluti
Emanuele
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18/05/2022
Ciao!
Che meraviglia!!! Ho sviluppato anche io una insana passione per le biciclette abbandonate e dimenticate e vorrei cimentarmi in un esperimento!
Complimenti, complimenti, complimenti!
Saluti dalla Sardegna,
Andre@
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02/02/2016
Ciao Pierluigi, grazie per i complimenti, molto graditi davvero, spero ti siano piaciute anche le altre.
L'elettrolisi col bicarbonato funziona, a patto che tu disponga di un alimentatore abbastanza potente però, perché la corrente assorbita è almeno 2-3 amperes. Ti serve una bacinella da riempire d'acqua e in cui sciogliere qualche cucchiaio di bicarbonato. Devi collegare il polo negativo al pezzo da trattare e quello positivo ad un pezzo di ferro "a perdere" che si coprirà di ruggine. I due pezzi vanno messi abbastanza vicini da innescare il passaggio di corrente ma non tanto da toccarsi, altrimenti si manda in corto l'alimentatore. E' stato un esperimento nell'esperimento, direi che è veramente utile solo in caso di pezzi difficili da trattare con metodi più convenzionali (es spazzolatura) per forma o altri motivi. Sicuramente così si leva la ruggine anche all'interno delle cavità inaccessibili con la spazzola.
In bocca al lupo per il tuo lavoro, mi fa piacere se mi tieni aggiornato.
Emanuele
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30/01/2016
Ciao
sono capitato per caso nella tua pagina e ti voglio fare i complimenti per il bel lavoro e per lo spirito con cui ti sei fatto la speciale. Ho anche io preso il morbo delle bici da sistemare e sono nel bel mezzo di un restauro! Interessante il bagno in bicarbonato...è davvero efficace?
Saluti da Cagliari
Pierluigi.
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01/12/2015
ma come hai fatto per la ruggine? mi spieghi meglio grazie.
Biciclettaio
Grazie davvero Andre@!
Fa piacere conoscere altri appassionati di rottami.
In bocca al lupo per i tuoi restauri
Saluti
Emanuele
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18/05/2022
Ciao!
Che meraviglia!!! Ho sviluppato anche io una insana passione per le biciclette abbandonate e dimenticate e vorrei cimentarmi in un esperimento!
Complimenti, complimenti, complimenti!
Saluti dalla Sardegna,
Andre@
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02/02/2016
Ciao Pierluigi, grazie per i complimenti, molto graditi davvero, spero ti siano piaciute anche le altre.
L'elettrolisi col bicarbonato funziona, a patto che tu disponga di un alimentatore abbastanza potente però, perché la corrente assorbita è almeno 2-3 amperes. Ti serve una bacinella da riempire d'acqua e in cui sciogliere qualche cucchiaio di bicarbonato. Devi collegare il polo negativo al pezzo da trattare e quello positivo ad un pezzo di ferro "a perdere" che si coprirà di ruggine. I due pezzi vanno messi abbastanza vicini da innescare il passaggio di corrente ma non tanto da toccarsi, altrimenti si manda in corto l'alimentatore. E' stato un esperimento nell'esperimento, direi che è veramente utile solo in caso di pezzi difficili da trattare con metodi più convenzionali (es spazzolatura) per forma o altri motivi. Sicuramente così si leva la ruggine anche all'interno delle cavità inaccessibili con la spazzola.
In bocca al lupo per il tuo lavoro, mi fa piacere se mi tieni aggiornato.
Emanuele
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30/01/2016
Ciao
sono capitato per caso nella tua pagina e ti voglio fare i complimenti per il bel lavoro e per lo spirito con cui ti sei fatto la speciale. Ho anche io preso il morbo delle bici da sistemare e sono nel bel mezzo di un restauro! Interessante il bagno in bicarbonato...è davvero efficace?
Saluti da Cagliari
Pierluigi.
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01/12/2015
ma come hai fatto per la ruggine? mi spieghi meglio grazie.
Biciclettaio