MTB singlespeed
ma non troppo
Era un’estate di tanti anni fa, in una campagna toscana arsa da un sole che solo un ragazzo sui pedali della sua amata bicicletta da corsa poteva non sentire. Un ragazzo che si stava meravigliando della facilità con cui, grazie ai suoi efficienti tubolari, riusciva ad inseguire una MTB - una dei primi "rampichini" - rallentata sull’asfalto rovente dai rumorosi tasselli.
E anche se quell'insignificante episodio aveva accentuato la passione del ragazzo (io) per le bici che privilegiavano scorrevolezza e velocità alla versatilità, una MTB “a modo mio” ha sempre resistito in qualche angolo remoto del mio cervello: così, quando ho visto questo rottame appoggiato ad un cassonetto, non ho resistito. Sicuramente la bicicletta più cinese che avessi mai visto, è apparsa fin da subito piuttosto malmessa. A parte la mancanza delle ruote infatti, già il primo esame aveva evidenziato trasmissione usurata, comandi del cambio - a manopola rotante NON indicizzati - bloccati e deragliatori ossidati e malfunzionanti, glissando sulle condizioni dei freni cantilever, in plastica come i relativi comandi. Per contro il telaio, pesante come se realizzato in tondino di ferro invece che in tubi, appariva abbastanza ben messo e sicuramente solido. Abbandonata quindi la speranza di recuperare qualcosa, ho cominciato a preparare la lista della spesa per rimpiazzare tutto con componenti nuovi. Ma alla voce trasmissione, il tarlo della single speed si è insinuato nei miei pensieri, supportato dalla presenza dei forcellini obliqui, indispensabili per questo genere di conversioni. Telaio pesante, gomme cicciotte ed un solo rapporto, ma dove vuoi andare? La parte razionale del mio cervello ha tentato questa reazione, ma alla fine la voglia di sperimentare ha prevalso. E così ho avviato il lavoro di adattamento, lavoro che alla fine non si è rivelato così complesso come credevo. Dopo alcune misurazioni, ho rimosso lo spessore sull’asse del mozzo, passando da una battuta di 135 mm ad una di 120, ed ho strizzato il carro posteriore che, essendo di acciaio non ha fatto (passatemi l’espressione) una piega, verificandone poi la simmetria col classico filo tra cannotto di sterzo e forcellini posteriori. Ovviamente ho dovuto ricampanare la ruota, ma fortunatamente non è stato necessario sostituire i raggi, solo allentarli un po’ da un lato e tirarli in proporzione dall’altro. Quindi tutto nuovo: cerchi NISI, gomme Kenda Flame rosse, pipa e tubo sella Uno, guarnitura prowheel da 46 denti, catena kmc rossa, e ovviamente serie sterzo, manubrio, leve, manopole, movimento centrale a cartuccia, sella e freni, convertiti da cantilever a V-brake. Un ottimo fornitore su internet e la caccia a qualche offerta mi hanno aiutato a contenere l’impatto di questa listona sul bilancio familiare ed infine questa bici ha richiesto solo un lavoro di assemblaggio non troppo complicato. Manco a dirlo ci vorrebbe una verniciatura nuova, ma la vernice originale (dove è rimasta) è troppo bellina e così per adesso ho usato le bombolette solo per verniciare di rosso il ragnetto della guarnitura, originariamente di un grigio spento un po' insulso.
E anche se quell'insignificante episodio aveva accentuato la passione del ragazzo (io) per le bici che privilegiavano scorrevolezza e velocità alla versatilità, una MTB “a modo mio” ha sempre resistito in qualche angolo remoto del mio cervello: così, quando ho visto questo rottame appoggiato ad un cassonetto, non ho resistito. Sicuramente la bicicletta più cinese che avessi mai visto, è apparsa fin da subito piuttosto malmessa. A parte la mancanza delle ruote infatti, già il primo esame aveva evidenziato trasmissione usurata, comandi del cambio - a manopola rotante NON indicizzati - bloccati e deragliatori ossidati e malfunzionanti, glissando sulle condizioni dei freni cantilever, in plastica come i relativi comandi. Per contro il telaio, pesante come se realizzato in tondino di ferro invece che in tubi, appariva abbastanza ben messo e sicuramente solido. Abbandonata quindi la speranza di recuperare qualcosa, ho cominciato a preparare la lista della spesa per rimpiazzare tutto con componenti nuovi. Ma alla voce trasmissione, il tarlo della single speed si è insinuato nei miei pensieri, supportato dalla presenza dei forcellini obliqui, indispensabili per questo genere di conversioni. Telaio pesante, gomme cicciotte ed un solo rapporto, ma dove vuoi andare? La parte razionale del mio cervello ha tentato questa reazione, ma alla fine la voglia di sperimentare ha prevalso. E così ho avviato il lavoro di adattamento, lavoro che alla fine non si è rivelato così complesso come credevo. Dopo alcune misurazioni, ho rimosso lo spessore sull’asse del mozzo, passando da una battuta di 135 mm ad una di 120, ed ho strizzato il carro posteriore che, essendo di acciaio non ha fatto (passatemi l’espressione) una piega, verificandone poi la simmetria col classico filo tra cannotto di sterzo e forcellini posteriori. Ovviamente ho dovuto ricampanare la ruota, ma fortunatamente non è stato necessario sostituire i raggi, solo allentarli un po’ da un lato e tirarli in proporzione dall’altro. Quindi tutto nuovo: cerchi NISI, gomme Kenda Flame rosse, pipa e tubo sella Uno, guarnitura prowheel da 46 denti, catena kmc rossa, e ovviamente serie sterzo, manubrio, leve, manopole, movimento centrale a cartuccia, sella e freni, convertiti da cantilever a V-brake. Un ottimo fornitore su internet e la caccia a qualche offerta mi hanno aiutato a contenere l’impatto di questa listona sul bilancio familiare ed infine questa bici ha richiesto solo un lavoro di assemblaggio non troppo complicato. Manco a dirlo ci vorrebbe una verniciatura nuova, ma la vernice originale (dove è rimasta) è troppo bellina e così per adesso ho usato le bombolette solo per verniciare di rosso il ragnetto della guarnitura, originariamente di un grigio spento un po' insulso.
E finalmente si parte per il primo giro: la posizione di guida è un po' scomoda e forse ci vorrebbe una pipa di sterzo diversa, ci penserò. Ma si tira un 46x18 con delle gomme così? Si, sorprendentemente meglio del previsto: il complicato gioco delle leggi della dinamica fa si che per prendere velocità ci voglia un po' di più che con una bici da corsa ma che una volta lanciata questa bici non richieda grossi sforzi per mantenere l'andatura voluta.
Certo per affrontare le salite occorrono gambe buone e determinazione sopra la media, e così dopo aver patito un po' ho deciso di fare un passo indietro e ripescare dalla scatola degli avanzi i pezzi necessari per restituire a questa bici un cambio a 18 rapporti, il minimo sindacale per una MTB che si rispetti. Manettini e deragliatori Shimano hanno arricchito il telaio e accompagnato una guarnitura tripla in alluminio e una cassetta posteriore a sei rapporti, che ho montato invertendo le operazioni fatte per la trasformazione in single speed. Sei rapporti accettano anche maglie non troppo strette, così la catena rossa è rimasta al suo posto, riguadagnando qualche maglia originariamente tolta per il rapporto singolo. La ricerca della comodità ha poi fatto si che una pipa più tradizionale sostituisse quella montata in precedenza, migliorando di parecchio la posizione in sella. Ecco quindi l'alter ego a 18 rapporti della mia MTB singlespeed ma non troppo.
Certo per affrontare le salite occorrono gambe buone e determinazione sopra la media, e così dopo aver patito un po' ho deciso di fare un passo indietro e ripescare dalla scatola degli avanzi i pezzi necessari per restituire a questa bici un cambio a 18 rapporti, il minimo sindacale per una MTB che si rispetti. Manettini e deragliatori Shimano hanno arricchito il telaio e accompagnato una guarnitura tripla in alluminio e una cassetta posteriore a sei rapporti, che ho montato invertendo le operazioni fatte per la trasformazione in single speed. Sei rapporti accettano anche maglie non troppo strette, così la catena rossa è rimasta al suo posto, riguadagnando qualche maglia originariamente tolta per il rapporto singolo. La ricerca della comodità ha poi fatto si che una pipa più tradizionale sostituisse quella montata in precedenza, migliorando di parecchio la posizione in sella. Ecco quindi l'alter ego a 18 rapporti della mia MTB singlespeed ma non troppo.
Commenti
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25/06/2016
Complimenti, ottimo lavoro!
Renato Cagliari
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19/06/2016
Ciao Renato,
appena caricate.
Emanuele
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18/06/2016
Si, ma le foto?
Renato Cagliari
25/06/2016
Complimenti, ottimo lavoro!
Renato Cagliari
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19/06/2016
Ciao Renato,
appena caricate.
Emanuele
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18/06/2016
Si, ma le foto?
Renato Cagliari